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Sicilia - Immobile storico
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BIBLIOTECA MONS. CATALDO NARO - FACOLTà TEOLOGICA DI SICILIA
La Biblioteca Centrale per le Chiese di Sicilia presso la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista” di Palermo soffriva di umidità rendendo i locali di studio e di lettura malsani, a seguito di sopralluogo con indagine tecnica è stato riscontrato un evidente problema di umidità di risalita e sono state verificate le condizioni per la corretta deumidificazione con il metodo elettrofisico. Nel giugno del 2020 è stato installato il Sistema per il controllo dell'umidità di risalita capillare KontrolDRY per eliminare definitivamente il problema.
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SANTA NINFA (Trapani)
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CASTELLO DI RAMPINZERI
Fulcro delle origini del comune di Santa Ninfa (Tp), sorge alle pendici di una collina in cui i resti di antica necropoli Sikania, ne esalta la sua particolarità e bellezza; di stile neogotico con forte richiamo alla dominazione saracena, è riportata in diversi testi e trattati della dominazione araba; lo stesso castello (impropriamente chiamato così) viene anche citato ne il gattopardo. Di indiscussa bellezza e fattezze, riportato al suo antico splendore da recenti restauri, è oggi meta e ritrovo di molte persone, sia per la degustazione delle pietanze autoctone, sia come punto di partenza per escursioni a piedi e/o a cavallo. El Drisi cartografo arabo, nella sua geografia, per indicarne l'ubicazione e la perfetta sinergia tra paesaggio ed interesse, lo commentò scrivendo ... v'è un possedimento sito su di una collina da dove guardando verso Sud è possibile vedere dove il mare africo bacia quello di occidente...
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NICOSIA (Enna)
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MUSEO DIOCESANO DI ARTE SACRA
La chiesa che sorge nel cuore del centro storico, a pochi passi dalla cattedrale, nella prima metà del 1400 era annessa al monastero femminile che dal 1889 fino al 1960 fu poi la sede del seminario vescovile. Superbi gli stucchi Settecenteschi che sono stati restaurati e che rappresentano una delle particolari peculiarità di questo luogo di culto che si affaccia sulla stretta e ripida salita dei morti ed alla quale si accede da una piazzetta di grande valenza architettonica. La chiesa di San Biagio ospita molte opere d'arte provenienti da altre chiese di Nicosia. Fu monsignor Salvatore Gioco, storico e grande studioso del patrimonio artistico ed architettonico della città, a raccogliere in questa chiesa dipinti, sculture, arredi forse pensando a quella che è poi è diventato un progetto: realizzare a San Biagio il museo diocesano.
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CALTAVUTURO (Palermo)
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PALAZZO BONOMO
Edificio settecentesco, di proprietà del Comune, è articolato su tre piani con circa 30 vani, ed ospiterà l'ufficio turistico Qui Parco, la società misto pubblica di promozione turistica Abiturism, la biblioteca comunale, la sala multimediale, l'archivio storico, la sala convegni, il centro diurno anziani, il baby parching, l'archivio comunale corrente, il deposito dei reperti archeologici, il laboratorio della Coop. Betania. Nel palazzo verrà anche attivato una connessione ad internet wi-fi free. Palazzo Bonomo costituisce il maggior esempio di architettura storica civile del centro abitato di Caltavuturo. Il restyling ha coinvolto l'intero manufatto, per una superficie di circa mille metri quadrati. Molti elementi architettonici di pregio quali volte dipinte, a stucco, frontoni, elementi scultorei in pietra, che erano in stato di avanzato degrado sono stati recuperati. Il lavoro è stato effettuato sotto la diretta sorveglianza della Soprintendenza ai Beni culturali.
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ORATORIO DI SAN LORENZO
Nel 1569-1570, l’Oratorio fu edificato dalla Compagnia di San Francesco - presso la Chiesa di San Francesco d’Assisi - sui resti di un’antica chiesetta dedicata a San Lorenzo. Il semplice edificio serviva per seppellire i morti del circostante quartiere della Kalsa. Pochi anni dopo, nel 1609, l’altar maggiore fu impreziosito da una tela del Caravaggio, la famosissima Natività (che fu purtroppo trafugata nel 1969). Alla fine del XVII secolo i Francescani decidevano di riconfigurare la semplice aula, affidando il progetto architettonico a Giacomo Amato e quello scultoreo a Giacomo Serpotta. La ricca decorazione dell’interno fu eseguita dal Serpotta fra il 1699 ed il 1706, ed è considerata il suo capolavoro. Gli stucchi, di straordinaria bellezza ed eleganza, comprendono alcuni rilievi, statue ed un'esuberante composizione di putti. Lo splendido ciclo narrativo racconta nei preziosi bassorilievi prospettici scene della vita di San Francesco sulla parete destra e, su quella opposta, scene della vita di San Lorenzo. La plasticità e la tridimensionalità delle opere sono stupende ed impressionanti.
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PALAZZO CHIARAMONTE O STERI
Il palazzo venne costruito a partire dal 1307 dalla famiglia Chiaramonte, una delle più facoltose e potenti del periodo aragonese, il cui ultimo discendente, Andrea, fu giustiziato il 1° giugno del 1392 proprio davanti all'ingresso dell'edificio. Da allora divenne noto come palazzo Steri, da Hosterium, ossia dimora fortificata, caratteristica ravvisabile nella forma squadrata e pulita. Lo Steri divenne così la reggia di Martino I d'Aragona, di Bianca di Navarra e poi residenza dei vicerè spagnoli. Nel Seicento divenne sede del Tribunale dell'Inquisizione, destinazione mantenuta fino al 1782, anno d'abolizione in Sicilia di questa triste istituzione. Ancora oggi nel Carcere dei Penitenziari, una lunga sala raggiungibile dal cortile interno, divisa da archi ogivali sostenuti da possenti colonne, si possono esaminare scritte, disegni e pitture delle anonime vittime che subirono il processo e vi furono imprigionate. Lo Steri conserva ancora la sua primitiva struttura a tre piani con la facciata arricchita da due ordini di trifore. Lo stile gotico nelle linee essenziali ha caratteristiche peculiari tali da essere definito chiaramontano, ed è visibile in parecchi edifici civili siciliani dello stesso periodo. All'interno il grande Salone è famoso per la bellezza del soffitto ligneo i cui dipinti raffigurano storie bibliche e cavalleresche risalenti agli ultimi anni del '300.
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TRAPANI
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MUSEO ARCHEOLOGICO “TORRE DI LIGNY”
Uno dei simboli di Trapani (anche se non fa parte delle cinque torri dello stemma cittadino), per i trapanesi è molto importante. Situata sulla punta più occidentale della falce, si gioca con capo Boeo il titolo di punto più occidentale della Sicilia. Subito sotto la Torre, si incontrano Mar Mediterraneo e Mar Tirreno. Poco più lontano, a vista, sorge “u scogghiu du malu cunsigghio” (lo scoglio del mal consiglio), al largo del quale, subito dopo i Vespri Siciliani (ma quando la torre ancora non esisteva), si incontrarono alcuni nobili siciliani con il Re Pietro III d’Aragona, per permettergli l’entrata in Sicilia e così liberarla definitivamente dagli Angioini. Prende il nome dal Principe di Lignè, Vicerè di Sicilia, e fu realizzata nel 1671. Inconfondibile da lontano, immancabile nello skyline trapanese, ospita oggi il Museo del Mare, purtroppo non sempre aperto.
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PALAZZO CAMMARATA TESTA
Palazzo Cammarata Testa, costruito nel XVIII secolo da Diego Cammarata e divenuto, dopo il 1760, l’albergo della francese Madame Montaigne, reso famoso dalle cronache ottocentesche perché preferito dai giovani stranieri. Mantenne la funzione di locanda, mutando nome a ogni nuova gestione, fino al 1856, quando lo acquistò Stefano Testa. Nella seconda metà del XIX secolo Giuseppe testa apportò molte modifiche al palazzo, e rinnovò la facciata in stile neoclassico.
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VIZZINI (Catania)
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CENTRO CULTURALE E MUSEALE “PARCO LETTERARIO VERGHIANO”
Il Parco letterario Giovanni Verga si snoda tra la riviera dei Ciclopi e Vizzini. Quest’ultima, forse città natale di Verga, con i suoi palazzi, le sue chiese e vicoletti è ambientazione privilegiata di numerosi racconti e del romanzo “Mastro Don Gesualdo”. L’aristocrazia feudale, che anima questo capolavoro della letteratura verista, si muove tra i palazzi di Vizzini come palazzo Trao, in via Santa Maria dei Greci, Casa Mastro Don Gesualdo, Palazzo Rubiera, Palazzo La Guarna e la famosa Cunziria (Canziria nel romanzo), esempio di archeologia industriale. Proseguendo il percorso tra arte e vita si giunge alla Riviera dei Ciclopi, che è possibile osservare dal mare con un vaporetto che parte dal porto di Aci Trezza. Il borgo marinaro è luogo d’ambientazione del romanzo I Malavoglia, nonché set cinematografico del film di Visconti La terra trema, ispirato al romanzo. I segni del rapporto con la letteratura e l’arte cinematografica sono conservati nella casa- museo del Nespolo, ospitata in una vecchia abitazione accanto alla chiesa di San Giovanni e caratterizzata dalla tipica struttura architettonica siciliana della metà del XIX secolo.
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NOTO (Siracusa)
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TORRE SVEVA DI VENDICARI
Fatta edificare da Federico II di Svevia nel XIII secolo, servì da difesa del caricatore e fu fortificata e armata nel corso del 1500 da Giovanni De Vega. È una struttura massiccia a base quadrangolare ubicata nel cuore della riserva orientata di Vendicari: protesse la costa dalle incursioni saracene, rimanendo attiva sino alla fine del Settecento anche per effetto dell'adiacente tonnara, dominata dall'alta ciminiera, operante sino al 1944 e, durante il 2005.
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PALAZZO DEL PRINCIPE DI SAN VINCENZO
L'edificio nel diciottesimo secolo era parte del Palazzo del Principe Alessandro Vanni La Torre di S. Vincenzo. La sola presenza di una bifora, incastonata sul prospetto di vicolo Marotta, ad una quota intermedia tra i solai di primo e terzo piano, riferisce di una Palermo medievale ad un paio di secoli ancora dal Viceré Colonna. L'apertura, posta in corrispondenza della terza elevazione è incorniciata da una larga ghiera decorata con dentelli piramidali quadrilobati, ripetuti lungo la linea di imposta e dall'occhio centrale traforato con motivo a stella, gli archetti della bifora oggi priva del concio centrale di imposta, della colonnina tortile e del pulvino poggiano su piedritti dallo spigolo smussato conclusi da peducci decorati a motivo fitomorfico. Il concio centrale presenta uno stemma raffigurante un leone rampante con vessillo, entrambi verranno ricollocati in posizione. Tranne l'interessante reparto medievale, la configurazione dei fronti esterni è frutto di un rifacimento ottocentesco; la ripartizione è definita da cornici marcapiano poco accentuate e dal cornicione rettilineo della terza elevazione, agli angoli inquadrano l'edificio fasce decorative con motivi di conci alternati, le aperture sono definite da semplici cornici e arricchite solo al piano nobile da mostre architravate sostenute da mensole a voluta con motivo fitomorfico e fregio con rosette.
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MAZZARINO (Caltanissetta)
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CENTRO CULTURALE CARLO MARIA CARAFA
Il Collegio, la Chiesa e l’Oratorio dei Gesuiti costituiscono un magnifico complesso architettonico, i cui lavori iniziarono nel 1694, per volere del conte Carlo Maria Carafa. I Gesuiti dedicarono la Chiesa a S. Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù. Soppressa la Compagnia stessa definitivamente nel 1767, il Collegio dovette sottostare a diverse vicende: fino al 1820 rappresentò la Chiesa Madre, fu sede municipale e caserma dei Carabinieri. È a croce latina, con tre navate, corrispondenti ai tre portali d’ingresso, otto colonne, sedici finestre, cinque altari e nove cappelle.Il portale centrale, con capitelli compositi, ha il timpano ad arco spezzato, con al centro lo stemma dei Gesuiti, sormontato da un corona. Tutte le decorazioni sono in pietra intagliata.La Chiesa è molto ricca di iscrizioni, epigrafi, stemmi, ritratti, tra cui uno con epigrafe di Carlo Maria Carafa.Possiede tele e lapidi sepolcrali del barone Giovanni Tommaso Strazzeri che aveva abbellito e donato alla Chiesa ricchi arredi, di Niccolò Li Perni e la tomba del sacerdote mazzarinese Don Antonino Zanchi, che vi fece sistemare un grandioso organo. Nel 1817 vi si istituì la Pia Unione del Sacro Cuore di Gesù, nel 1878 la Confraternita dei Luigini e nel 1890 la Confraternita del Preziosissimo Sangue di Gesù. Nel 1697, nell’Oratorio annesso alla parte est del complesso architettonico, si era già insediata la Confraternita SS. Sacramento e di Maria Assunta.
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PALAZZO DEL MARCHESE DELLA SAMBUCA
Dimora del marchese Beccadelli Bologna, marchese della Sambuca. Casa patrizia che occupa una grande porzione dell’isolato compreso tra via Alloro, via Vetreria e via Francesco Riso (antica via degli Gnocchettieri), caratterizzata da un impianto particolarmente scenografico dato dalla doppia corte che collega visivamente, mediante la smisurata galleria, la via Alloro e la via Riso. Bellissimo lo scalone d’onore di gusto neoclassico che conduce a quella che una volta era la splendida fila di saloni affrescati da Olivio Sozzi (sopravvissuti decori appartenenti ad un periodo successivo). I saloni si affacciano sulla smisurata terrazza (20 metri di lunghezza) una volta giardino pensile, splendido scenario di sontuosi ricevimenti del marchese Beccadelli. Al di sotto della terrazza la cavallerizza a tre navate con file di colonne in pietra di Billiemi, oggi utilizzata come ricercato spazio espositivo per mostre di vario tipo. La facciata su via Alloro presenta due portali simmetrici e raffinati decori tardo settecenteschi. Agli inizi del novecento il passaggio di proprietà, poi il frazionamento in numerose unità abitative. Nel bombardamento del 1943 crollarono quasi tutte le volte e il palazzo fu dichiarato pericolante. Fatto oggetto di numerose ruberie, il terremoto del 1968 segnò il definitivo abbandono dell’edificio. Il restauro ha restituito alla dimora, se non i fasti di una volta, una nuova dignità.
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